RAGIONE ESTETICA
Nel novembre 2011, ho avuto la fortuna di esporre, per un paio di settimane, al Pica Gallery, in via Vetriera a Napoli. L'architetto Riccardo Rosi, esperto di Arte ed Architettura Contemporanea, era presente alla serata inaugurale. Fu un vero piacere, dopo tutti quegli anni, rincontrare un caro amico d'infanzia di cui avevo perso ogni traccia. Dopo qualche tempo, con mia enorme sorpresa, Riccardo mi scrisse una mail, che conteneva il pezzo che potete leggere di seguito, restituendomi, ex machina, in maniera efficace quanto inattesa, alla più commossa maestà proprio di quella Ragione Estetica che, a causa di una serie di brutte esperienze in campo professionale, viveva un momento di terribile difficoltà, e che, tratta in salvo da tanto intendere, tornò subito a scandire, col suo incredulo perché, il premio di quell'Emozione in cui si è sempre immaginata adatta. Quello che avrei provato dipingendo, da allora in avanti, non sarebbe stato più lo stesso.
NOTE SULLA PITTURA DI F. GIOVANNI SISINNI.
DI RICCARDO ROSI.
NAPOLI, NOVEMBRE 2011.
Il biologo Sauvy assumendosi la responsabilità di correggere il celebre incipit del Vangelo di Giovanni scrisse: “Non è vero che in principio era il logos.
In principio era l’emozione…poi venne il logos, per descrivere l’emozione”.
E “In principio era l’emozione” potrebbe anche essere uno slogan sintetico per descrivere la pittura di Giovanni Sisinni che risarcisce l’arte contemporanea di quell’assenza di sensualità che troppo spesso la riduce a mero e freddo meccanismo intellettualistico.
“In principio” perché Sisinni evoca quelle che a noi paiono visioni di una natura primigenia, una sorta di rappresentazione degli albori della vita.
Labirinti viscerali, ramificazioni vegetali, immersioni in acque di oceani primordiali nei cui abissi vagano forme biomorfe e globuli in perenne migrazione.
E, “l’emozione” è quella di un mondo popolato da embrioni d’intelligenza in attesa del loro compimento. Sisinni evoca una parvenza di vita che, dal mondo delle reazioni istintive, attende di essere sollevato alla conquista piena della coscienza.
E non c’è un’ombra d’inquietudine, ma, piuttosto, la rappresentazione gioiosa di un universo alle soglie della vita, in una sorta di viaggio incessante che prelude alla comparsa definitiva dell’uomo.
E l’emozione è ancora quella del colore. La calligrafia minuziosa delle figure è, sorretta da un generoso lavoro sul colore che definiremmo, appunto, “emotivo”.
Una gamma che va dalle delicate nuancés pastello ai toni squillanti che furono già degli espressionisti. Un colore che seduce e trascina irresistibilmente l’osservatore nella corrente dei suoi paesaggi mobili.
Potrebbe quello di Giovanni Sisinni essere anche un macrocosmo. La contemplazione di un’eternità di polveri e gas interstellari, fotoni
perennemente in fuga lungo l’orizzonte degli eventi, l’infinito dipanarsi di nubi d’idrogeno, pianeti inesplorati lanciati lungo imperturbabili ellissi, nascita ed esplosioni di stelle.
Ma, quello che resta, comunque, è l’emozione.
E, dunque, “In principio era l’emozione”…
Riccardo Rosi.
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